…solitudini sociali…

Questo è, secondo Google, lo stato attuale del mio circolo sociale, devo pensarci su, devo capire se è un bene o un male, o un boh.
Probabilmente nel cyberspazio nessuno può sentirmi urlare ma di contro posso godere di una relativa distanza dai vampiri di dati.

Secondo Google nel cyberspazio nessuno può sentirti urlare

se siete curiosi di conoscere il vostro potete cliccare qui:

http://www.google.com/s2/u/0/search/social#socialcircle

…corollario al teorema sulla fama immortale…

ieri sera, parlando di Marilyn, ho sentito dire:

alcune dive sono come le stelle, la loro luce ci raggiunge anche molto tempo dopo che hanno smesso di brillare

frase da bacioperugina, ma con un fondo di verità.
la luce delle stelle ci raggiungere anche migliaia di anni dopo la loro morte a causa della distanza che ci separa da esse
quindi il vero problema è che per ottenere questo tipo di fama devi essere molto lontano dalle persone a cui ti rivolgi
esse non potranno mai raggiugerti, abbracciarti, capirti

se vuoi essere ricordato per sempre in questo mondo devi esistere in un altro

…amicizia è un pugno in faccia quando serve…

Bè senti…sono in fase down acuta e probabilmente vedo segni anche dove non ve ne sono affatto!

capisco, se ti può consolare è un male comune a tutta l’umanità
noi tutti vediamo segni dove non ve ne sono
semplicemente perchè i segni non esistono tout court
è la nostra mente bacata che, nel vano tentativo di ridurre tutto
alla semplicistica comprensione di cui è capace, attribuisce schemi al caos
l’universo intero non è che il risultato di un’esplosione senza scopo
e non s’è mai sentito di una bomba che abbia fatto del bene, bombe sexy incluse
ad ogni buon conto ti voglio bene, for what it’s worth

…piace alla gente che gli piace…

ogni tanto a facebook piace ribadire l'ovvioAh ma così è facile eh! Ora che ci penso potrei creare una pagina dal titolo “ribadire l’ovvio”
Così prima o poi facebook  mi avvertirà che “A Tizio piace ribadire l’ovvio”
Naturalmente la riga sopra a questa è in se stessa una ovvietà ribadita in quanto un qualunque primate con una percentuale di DNA più simile al Bonobo che alla Banana (non ridete, anche voi avete la metà del DNA in comune con il tenero frutto giallo, lo ha detto ieri sera Piero Angela) ci sarebbe arrivato senza ulteriori precisazioni.
Ora potrei anche continuare all’infinito precisando che ogni successiva precisazione è inutile in quanto l’affermazione immediatamente precedente era autoesplicativa.

Ovvio no?

O no?

…rifiuti alle stelle…

Io ho sempre avuto problemi a capire quel che dicono le persone. Non perchè ci senta poco, credo piuttosto di avere l’udito fino, tant’è che per me alcuni pasti sono una tortura cinese indottami dagli squasci mandibolari degli altri commensali.
Forse dipende da un problema cerebrale, una specie di malattia che mi impedisce di tradurre i suoni dandovi lo stesso senso che intendeva chi originariamente li ha emessi.
E non ridete, è un problema serio! Devo sempre parlare in presenza di testimoni che giudichino se sono io che non ho capito un ciufolo o se è l’altro che parla come se avesse preso lezioni di dizione dal bolo di mela che vive in bocca alla Monica Bellucci. Inutile aggiungere che le discussioni fra me e mia moglie seguono regolarmente il copione di “Non guardarmi non ti sento”.
Insomma, succede che dopo aver ascoltato decine di volte “Go Back to the Start” di Lily Allen mi sono reso conto che lei canta il titolo della canzone nel ritornello e non “Garbage to the Stars” come ho sempre pensato.
Mi pareva avesse comunque senso, si ok ricominciare da capo va bene, ma non siamo forse una palla di rifiuti post Big Bang appallottolata dal mitico Stercorario Cosmico e lasciata al suo destino di sollazzo per le stelle? Prima la canzone mi piaceva di più, sarà colpa della mia deformazione…

…rututumbatumtumtum!…

perchè uno dovrebbe avere da sempre il desiderio di essere un batterista rock, magari nudo nel caso, ma essere nato totalmente privo di alcun senso del ritmo?
essere destinato a silenziosi smaneggi seguendo l’esplosione sonica in cuffia, suscitando l’ilarità sciocchina degli astanti, anzichè assurgere a dio totale della grancassa

mamma mia che schifo certi giorni la vita eh…

…SU! che la vita è bella anche se fa male…

Ogni tanto è il caso di fermarsi a pensare.
Ogni tanto è il caso a fermarti e a farti pensare.
Capita poi che pensare possa essere sinonimo di riflettere.
Succede infine di riflettersi in uno specchio di cristallo liquido in formato sedicinoni.

Tutto sommato, non è strano avere 35 anni una moglie e nessun figlio. 35 anni alle spalle e qualche altro davanti, alcuni probabili, altri meno. 35 anni di progetti abbozzati sulle nuvole e sogni di avventure che…
Perchè i sogni, ricordati a occhi aperti, sono sempre anacoluti.

Siamo abituati a vedere la vita andare avanti; perchè la vita, maledetta, avanti ci va davvero. Inesorabile trascina nel tempo ogni cosa, forzandoci a una visione ternaria e bidimensionale di prima e dopo separati da un effimero adesso.
Per fortuna o per grazia, esiste l’astrazione che ci può sollevare dal piano dell’esistenza; verso un punto di vista elevato dal quale si può riconsiderare il tutto.
Da lassù l’arazzo è bello perchè il filo della tua vita è intrecciato a mille altri.

Ieri sera ho visto UP! della Pixar. Che bello.
Per i primi 10 minuti è consigliabile tenere a portata di mano una scatola di fazzoletti.

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