…anche le tempeste chiedono il conto…

ok 11 luglio, ok non ha smesso di piovere, ok che qui si gira a sinistra ma per la miseria, ad un tizio che viene dalla parte del mondo dove si guida dal lato giusto, un’auto con il cambio automatico non gliela vogliamo dare?!? No eh?
Vabbe’, con qualche grattatina (al cambio, maliziosi) io e Fede si parte, destinazione Paihia, estremo Nord dell’isola Nord. E si, insomma, dovrebbe far caldo, qui siamo nell’emisfero Sud.

E forse per il traffico di Auckland, forse per il girare a sinistra, forse perche’ Fede non sa leggere le cartine, ci ritroviamo sparati sulla panoramica highway direzione… Ovest! Fortunatamente qua tutte le strade difficilmente portano a Roma e con qualche peripezia riusciamo a puntare il muso dell’auto nel verso giusto ed a rimanere incantati dal paesaggio. La fama della Nuova Zelanda e’ meritata e vi assicuro che ad ogni curva vorreste fermarvi a rimirare il paesaggio, sospirare e scattare qualche foto memorabile. Ed io, tronfio turista eurognegno, non mi preoccupo troppo del fatto che sulla guida Lonely Planet ci sia scritto “ogni giorno e’ un’avventura in New Zealand”, io voglio fare delle belle foto ed io per la paletta mi voglio fermare e lo faro’. Proprio li’ sul ciglio della strada, che non mi sembra granche’ solido quindi meglio spingere l’auto un po’ piu’ giu’, sssi ancora un pochino ed e’ fatta…ok, perfetto, e’ ufficiale, a 3 ore dal noleggio della nuovissima e poco gommata scatoletta di tonno coreana siamo riusciti ad impantanare l’auto in un fosso!

Ora non so voi al mio posto, ma io al vostro posto a 30 ore d’aereo da casa e con grosse difficolta’ di linguaggio perderei la lucidita’ mentale trovandomi con un’auto infossata e per di piu’ piove. E difatti io sono schizzato di brutto, per fortuna che c’era Federica a calmarmi con un po’ di catalessi sul genere “non sta accadendo realmente”. Ma easy! Vi trovate nella terra dei Kiwi e qui non si fa in tempo a gridare “porca paletta sporca siamo totalmente fottuti” che si presenta un villico con pick-up e gancio traino a tirarvi fuori dalle pesche e dal fango.

A quel punto consci di vivere in una terra di sheep ed angeli custodi il resto del viaggio e’ stato un po’ lungo ma piuttosto piacevole. Gli occasionali alberi sradicati sulla strada e campi allagati non ci hanno preoccupato piu’ di tanto, peccato per le foto che, con la pioggia, non credo renderanno granche’ (ecco veramente, mi aspettavo di meglio dal celeberrimo “Nord senza inverno” della Nuova Zelanda…). Visto che si e’ fatto tardi (e se non torno in camera credo mia moglie potrebbe prendersela) se volete sapere perche’ il New Zealand Herald titolava “AFTER THE STORM: THE BILL” vi rimando alla prossima puntata di NZ-Story. Good morning Italy.

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