…se poi non c’hai il fisico…

Per noi italiani viaggiare è sempre un po’ un problema. Non tanto per la tendenza a non capire nessuna lingua straniera, nè  per la patologia genetica che ci impedisce di lasciare mance, e nemmeno a causa del nostro burrascoso passato (sto pensando all’onorevole Cicciolina…). Il fatto è che all’estero, ed è cosa rinomata, si mangia di schifo!

Io ad esempio, il 15 luglio ho approfittato del jet lag per convincermi che, se le 7 di mattina in Nuova Zelanda erano le 7 di sera in Italia, potevo anche mangiare uova e pancetta a colazione.  Putroppo sono un golosone e, come tutte le precedenti mattine, ho mangiato uova e  pancetta… ehmm si e… yogurt, pane, marmellata, muesli, aranciata, burro di
arachidi… insomma se ho pagato la mezza pensione cerco di saltare il pranzo no?!?

Con tutte queste energie positive (per nulla in contrasto fra loro, no) e sotto una pioggia torrenziale io e Federica siamo ripartiti verso la nostra prossima destinazione: Rotorua,  la regione più maori di tutta la Nuova Zelanda, terra di geyser e grandi laghi.
Il nostro programma prevedeva anche sosta a metà strada per la visita a Matamata, città del set di Hobbiton per il film “The Lord of the Ring”. Il viaggio procedeva tranquillo, per giunta il mal tempo sembrava aver ceduto ad un tiepido sole, e senza problemi. Dopo un paio d’ore d’auto siamo arrivati a Matamata. Ero a pochi passi dal realizzare un sogno: vedere con i miei occhi Hobbiton, la città degli Hobbit! Purtroppo mi sono reso conto in  pochi attimi che ero anche a pochi passi dal cacarmi sotto. Credo che l’ombra di Mordor incombesse su di me, o più probabilmente l’ombra dello yogurt cagliato dal succo d’arancia.

Fatto sta che siamo risaliti di corsa in auto, per raggiungere Rotorua ed un albergo dove  io potessi rivedere con calma la mia colazione in rigoroso ordine inverso all’ingestione e  scrivere un po’ di graffiti col sedere. In aggiunta al mio supplizio intestinale cercate  di immaginare Rotorua: una città costruita sopra ad un terreno sacro ai Maori, un terreno  dalla grande attività geotermica, piena di acque termali e soffioni sulfurei…
insomma una città dove la puzza di zolfo ed il conseguente sentore di uovo marcio non vi abbandonano mai, nemmeno in ascensore, praticamente l’anticamera dell’inferno per un poveretto come me con lo stomaco in subbuglio.

Così purtroppo l’avventura di questo sciagurato 15 luglio è stata tutta un cercare di trattenere qualcosa dentro me, nella speranza di svegliarsi vivi l’indomani. Dopo tutto questo outing vi rimando alla prossima puntata!

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