…un in the air…

nonostante il costante rumore di motori e condizionatori che ti avvolgono comodi come un sedile ryanair, trasmettendoti la stessa sicurezza.
nonostante le abitazioni avvolte da inferriate, muri di cinta alti quattro metri e filo spinato elettrificato, che emettono empaticamente la gioia di essere ricchi e goderseli ampiamente, i soldi.
nonostante ci sia tanta gasolina e tanto cemento ma poco di tutto il resto.
beh nonostante tutto questo pare che sia possibile vivere a Caracas, quantomeno nelle parti lontane dalle baraccopoli. Il che naturalmente è l’ennesima prova dell’incredibilmente stupida capacità di adattamento dell’essere umano.
Però fin’ora m’è riuscito di scorgere solo 2 bambini, e prendevano a calci un pallone sgonfio. Nella mia fantasia la loro fantasia è guardare il alto il cielo, attraverso le sbarre, le palme, lo smog e immaginare un mondo più bello dell’unico che conoscono.
Perchè, poi se volete ne parliamo, ma se conoscete un mondo migliore, chi ve lo fa fare di continuare a vivere in quello che  fa schifo?

Ecco io per esempio sto scoprendo che le soddisfazioni, anche se arrivano a 13 ore d’aereo da casa, ti fanno lavorare fino a tarda notte, ti fanno venire voglia di scrivere, ti fanno venire voglia di averne ancora. Ora, consapevole di questo, come sarà tornare a casa?

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